Abstract:

Anche se la tendenza è considerare l’UE come un soggetto unitario, in realtà permangono grosse differenze a livello istituzionale e regolamentare che possono incidere, fra gli altri aspetti, sull’accesso al credito. Il presente seminario illustra due ricerche recentemente concluse che esaminano l’impatto del sistema giudiziario e la regolamentazione del mercato del lavoro sull’accesso al credito. In entrambe i casi l’analisi riguarda 11 paesi UE (area Euro) per il periodo 2009-2015 Per quanto riguarda il ruolo del sistema giudiziario, l’analisi evidenzia che persistono grosse differenze in termini di efficacia e che queste differenze impattano sull’accesso al credito delle aziende: in contesti virtuosi (tempi giudiziari brevi, costi minori, semplificazione burocratica) la probabilità di ottenere credito è fino al 50% maggiore rispetto a contesti non virtuosi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro l’analisi suggerisce che regolamentazione più rigida in termini di flessibilità di impiego delle risorse umane, semplificazione nelle procedure di licenziamento e limitato ruolo di soggetti terzi nel processo di licenziamento, incrementano la possibilità di accesso al credito e tendono a ridurre la probabilità che l’azienda sia un “discouraged borrower”, ovvero che non richieda un finanziamento anticipando un rifiuto dalla banca. I risultati sono particolarmente rilevanti poiché l’assenza di barriere doganali, la libertà di circolazione di persone e capitali, l’utilizzo di una moneta comune e i bassi costi di trasporto/logistica implicano uno svantaggio competitivo implicito per le aziende operanti in contesti sfavorevoli rispetto a quelle che operano in contesti favorevoli. Ad esempio, un’azienda finnica può godere di un vantaggio competitive rispetto ad una azienda italiana semplicemente perché il sistema giudiziario finnico è più efficacie e permette una maggiore facilità di accesso al credito.