Abstract

Il dubbio e l’incertezza hanno accompagnato la storia della umanità sin dai primi passi generando paura, angoscia, terrore e condizionando in negativo, quasi sempre, scelte e comportamenti. La difesa abituale contro tale insicurezza consiste nella fuga o nella creazione di mitologie, più o meno complicate, per dare ragione e fondamento a ciò che appare erratico ed incomprensibile. Questa dinamica è così intrinseca nella psicologia umana che tuttora l’incertezza verso il futuro viene affrontata con pratiche pseudo-magiche che sarebbe facile ridicolizzare ma che attraggono moltissimi (si pensi all’oroscopo); in modo più elegante, si continua a parlare di scienze hard e scienze soft quasi che le prime avessero un sigillo di certezza a fronte delle seconde, ove l’incertezza regnerebbe sovrana. In effetti, l’indeterminismo intrinseco assume cittadinanza nella scienza esattamente un secolo fa (W. Heisenberg, 1917) per cui non è più possibile parlare sul serio di scienza e conoscenza senza fare i conti con l’incertezza che circonda ogni cos. In tale ambito, forte di un background probabilistico e ben consolidato nei suoi fondamenti matematici, la Statistica assume nei decenni più recenti il suo genuino significato di “scienza delle decisioni in condizioni di incertezza” proponendo una teoria della conoscenza che, fondata sull’evidenza empirica e sulla comprensione dei dati all’interno di un quadro probabilistico, consente di costruire modelli nei quali sia esplicita e ben individuata la componente di incertezza. Questo consente di gestire l’incertezza, riconoscendone gli estremi, le sue leggi, il suo comportamento finito ed asintotico ed adeguando quindi i comportamenti umani in modo razionale ed efficace.