Dopo una breve introduzione sul significato e sui limiti della storia del pensiero economico, il corso proseguirà individuando i contenuti economici che è possibile riconoscere nel pensiero della civiltà ebraica, greca e romana, per passare poi alla "rivoluzione" cristiana, dai padri della chiesa alla scolastica, e infine al pensiero tardo medievale. L’epoca della formazione degli stati nazionali e del capitalismo commerciale verrà presentata ripercorrendo le dottrine mercantilistiche che l’anno caratterizzata sul piano teorico. Si affronterà poi il pensiero fisiocratico che prelude alla nascita della scienza economica come sistema autonomo e organico del sapere umano volto alla spiegazione dei comportamenti e dei fenomeni economici. La scuola classica con i suoi maggiori esponenti costituirà una parte fondamentale del corso, per passare poi alle dottrine che le si contrappongono criticamente, dalla scuola storica tedesca al pensiero socialista. Le teorie marxiane saranno un altro punto forte nella trattazione della materia. La svolta marginalista troverà ampio spazio nello studio degli autori più significativi, dai precursori agli esponenti del neoclassicismo nella sua formulazione più compiuta. Neanche qui mancheranno sostanziosi accenni alle teorie critiche dell’ortodossia economica, come l’istituzionalismo. Verrà quindi affrontata l’economia keynesiana e la nuova risposta che essa dà sul piano della teoria e della pratica politico-economica ai problemi di sviluppo del capitalismo maturo, caratterizzato dall’instabilità degli andamenti ciclici e proprio l’analisi del ciclo economico e alcune riflessioni sul futuro del capitalismo concluderanno la parte principale del corso. La parte finale, di carattere monografico, sarà dedicata ad un ripensamento delle scelte di politica economica italiana nell’ultimo dopoguerra, nel tentativo di individuare le matrici teoriche che le hanno ispirate.